Una vecchia canzone degli ABBA diceva:
I work all night, I work all day, to pay the bills I have to pay
Ain’t it sad [… ]
Money, money, money
Must be funny
In the rich man’s world
Money, money, money
Always sunny
In the rich man’s world
Si potrebbe tradurre oggi con “Account account account” e portare tutto sul piano tecnologico.
Con gli hacker che fanno la parte dei ricchi e noi di quelli che lavorano di notte per recuperare i dati e pagare i costi dell’insicurezza.
Anche la Disney è caduta nella rete…
Facebook è sospettata di ascoltare gli utenti con le fotocamere
Unicredit manda una lettera ai propri clienti perché ha avuto una perdita di dati
e nuove vulnerabilità di Whatsapp vengono scoperte
Tutto questo non colpisce gli utenti “professionali”, quelli che i dati li trattano, quelli che dovrebbero tutelare i dati “presi in consegna”, e che avrebbero i soldi per farlo, ma colpisce l’utente finale, quello che i dati li fornisce fidandosi sull’onda dell’illusione
“è una grande realtà, è famoso, saprà come gestirli”
e poi si trova privato della propria privacy e della propria sicurezza, senza poter intervenire.
Personalmente sono stato vittima degli attacchi hacker subiti da UniCredit e nella lettera ufficiale la Banca conclude con un decalogo di sicurezza che IO personalmente, visto il lavoro che faccio, osservo attentamente tutti i santi giorni, ma nonostante tutto LA BANCA si è fatta sottrarre i MIEI dati… e vengo pure incitato a comportarmi correttamente sul piano di “conservazione delle credenziali”.
Forse è proprio vero che il mondo della sicurezza passa dalla consapevolezza dei piccoli utenti prima che da quello dei grandi colossi, come ho sempre detto: