19 Gen WhatsApp è morto? Viva WhatsApp!
Whatsapp è morto?
Molte le notizie che si leggono sul caso “cambio della privacy di WhatsApp”. Potremmo citarne qualche decina, di cui molte sul “sentito dire”, ma solo dall’8 gennaio abbiamo ben chiaro cosa significa per gli utenti (e in particolare per gli utenti europei “protetti” dal GDPR) la modifica delle clausole contrattuali a cura del nuovo controller: Facebook.
Contratto, non Privacy!
Innanzitutto si tratta di modifiche alle clausole contrattuali, non alla gestione Privacy, per diversi motivi:
- Per cambiare la gestione della Privacy deve esserci un consenso esplicito “non preselezionato” (e in questo caso il pulsante ACCETTA è decisamente preselezionato)
- Se cambiano le finalità della gestione deve essere richiesto il consenso ma NON PUO’ essere revocato l’uso precedente, fatto salvo che si dismetta, perché l’utilizzo del dato fornito è comunque valido
- Deve essere bilanciato il legittimo interesse con i dati forniti e in questo momento non sarebbe decisamente a favore dell’utente
Quindi cosa è successo?
Semplice: non potendo fare riferimento alla Privacy ci si appella alla classica “modifica unilaterale del contratto” per cui se non volete sottostare alle nuove regole dovete cancellare l’account.
Ma non è necessario arrivare a tanto, come leggerete di seguito la situazione è molto più semplice di come la dipingono…
UE or not UE?
La prima distinzione che viene fatta nel presentare le clausole contrattuali: la versione Americana è molto più “libertina” perchè non deve sottostare alle stringenti regole del GDPR, mentre la versione “puritana” europea è stata confermata e concordata anche con il direttivo dei lavori del WG (il working group europeo sulla privacy). In fondo anche le società a cui fa capo la responsabilità hanno sedi nei due continenti, ma sarà logico aspettarsi quindi una variazione, o perlomeno una ricerca in futuro, di poter scambiare i dati tra le due entità senza contravvenire al regolamento GDPR.
Lascia supporre così l’intenzione espressa “per il futuro” dalla stessa Società nelle clausole.
Direttamente da Whatsapp
La stessa Niamh Sweeney, direttore per l’EMEA di WhatsApp afferma che non è sua abitudine twittare chiarimenti, ma ritiene doveroso informare che non è corretto affermare che senza l’accettazione della condivisione dati con Facebook si smette di poter usufruire della piattaforma.
In ogni caso la fuga di massa sembra essere iniziata.
Che sia stato il tam-tam mediatico o la paura di uno strumento non perfettamente compreso già milioni di utenti stanno migrando verso altre piattaforme.
D’altronde figuriamoci se leggiamo tutte le pagine del contratto, piuttosto leggiamo quello che viene detto su internet in 3 righe, oppure devono prometterci un cashback per l’uso dei nostri dati.
In ogni caso la concorrenza la vede dura, perché a fronte di milioni che migrano WhatsApp conta comunque la maggior base di utenti tra le piattaforme di chat, annoverandone oltre 2 miliardi.
E se dovessimo scegliere se perdere il contatto col nostro “mondo sociale” probabilmente qualche domanda ce la faremmo e qualche compromesso lo accetteremo.
Concludendo
Riportiamo sotto le nuove regole, ma in breve vi ricordiamo che:
- solo le società che sono già state contattate attraverso WhatsApp potranno ricontattarci tramite Facebook (ed è legittimo e previsto dai rapporti commerciali già intrattenuti, indipendentemente dal canale usato)
- non verranno venduti i dati a chichessia, ma come già nelle regole di Facebook verranno solo presentati annunci “più idonei”, come già succede in tutto quello che facciamo su Facebook (dove comunque Facebook ha già messo il naso, legittimata dalla sua privacy), in pratica è sufficiente verificare le scelte operate sulla privacy del Social per impedire tale tracciamento
- ricordate che la chat di WhatsApp è criptata end-to-end, quindi se avete fatto richieste “commerciali” ad aziende, queste sono comunque in possesso di quei dati e legittimate ad usarli dal rapporto commerciale
La nuova privacy WhatsApp: qui
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